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Operazione Charun – Disarticolata organizzazione criminale

Posted by BP BP sopra 07/05/2019
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Nucleo Speciale Polizia Valutaria

Dalle prime ore del mattino, militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. nei confronti di tredici persone, indiziate di appartenere a un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, all’autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti e alla detenzione abusiva di armi.

Le indagini hanno tratto origine dagli accertamenti economico-patrimoniali sviluppati in un più ampio contesto criminale, nell’ambito del quale è emersa la figura di C.Z. [classe ’61, originario di Fondi (LT)], già raggiunto in passato da altre misure cautelari per traffico di stupefacenti, estorsione e reati in materia di armi, da un provvedimento di sequestro di prevenzione nonché, da ultimo, tratto in arresto nel settembre 2017 dai finanzieri al termine di una latitanza durata qualche mese, in quanto destinatario di un provvedimento definitivo di carcerazione (a una pena di 9 anni di carcere).

Più in particolare, l’analisi dei flussi finanziari e della documentazione extracontabile, le intercettazioni telefoniche e ambientali, la videosorveglianza e i pedinamenti svolti da militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria consentivano di appurare come il citato C.Z., beneficiando della “detenzione terapeutica” presso una Comunità di recupero di Roma per detenuti tossicodipendenti, tra il febbraio 2016 e maggio 2017 abbia promosso uno strutturato sodalizio di dieci persone, organizzato piramidalmente, finalizzato al traffico di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina e hashish, sia all’interno della Capitale che nella città di Frosinone, in grado di ricorrere (ove necessario) all’uso delle armi.

Il cortile della Comunità è divenuto così il quartier generale del gruppo criminale, ove veniva gestito settimanalmente il giro d’affari, attraverso la fattiva collaborazione di F.G. (classe ’71), F.R. (classe ’93) e M.M. (classe ’70) i quali, oltre a intrattenere i rapporti con C.Z., mantenevano la “cassa” del sodalizio, curavano i rapporti con un altro fornitore (M.R., classe ’75), gestivano i luoghi dedicati alla custodia della “merce” e delle armi e distribuivano lo stupefacente ai loro pusher (F.D.P., classe ’86, F.P., classe ’74, R.M., classe ’72, A.A., classe ‘72, S.A., classe ‘79).

Quest’ultimi, capaci di mantenere contatti qualificati anche con il mondo del narcotraffico internazionale, procedevano poi – attraverso ulteriori fidati e collaudati canali – allo spaccio sul territorio, mediante la compartecipazione di S.R. (classe ’96), D.D.P. (classe ’95) e M.D.A. (classe ’67).

I sodali hanno così visto incrementare nel tempo i loro guadagni illeciti e i loro patrimoni, divenuti sempre più consistenti e sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, tanto da reinvestire parte dei proventi accumulati in due negozi di generi alimentari (nei quartieri romani di Talenti e Conca d’Oro), in una pescheria romana (quartiere Talenti) oltre che in due locali commerciali ubicati nel porto turistico di Ostia.

Nel corso delle indagini, tra il mese di ottobre 2016 e marzo 2017, attraverso la collaborazione di altri Reparti della Guardia di finanza, sono stati altresì tratti in arresto, in flagranza di reato, quattro componenti della capillare rete di spaccio collegata al gruppo criminale.

Nella zona di Casal Bruciato, in un’autorimessa presa in locazione, è stato inoltre individuato il covo del sodalizio, ove venivano occultati quantitativi di hashish e cocaina, armi e una dettagliata contabilità dei traffici illeciti, utilizzata dai sodali per rendicontare le “entrate” e provvedere alle spese di approvvigionamento.

Inoltre, il sodale F.P. veniva intercettato e tratto in arresto presso l’Aeroporto di Fiumicino al rientro dal Cile con oltre 6 kg di cocaina purissima al seguito, abilmente occultati nel proprio bagaglio, all’interno di confezioni di prodotti per la persona, pronti a essere smerciati sul territorio romano con un verosimile profitto di circa 2 milioni di euro.

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